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Immagine del redattoreGiorgia Bonafini

I vini piacentini con il sapore del naturale

Aggiornamento: 11 ott 2022

Ecco che da questo immenso patrimonio che è la viticoltura d’Italia, spunta ancora una volta il territorio piacentino, salone dei vini naturali, materici, pieni, ma al contempo sofisticati, con le sue dolci e suggestive colline verdi, con il suo fiume Trebbia il cui scorrere strega anche coloro che lanciano uno scivoloso sguardo. Un territorio capace di distendere le nostre menti e imporre uno stato di assoluta calma... Se prima abbiamo avuto l’occasione di conoscerlo attraverso Shun Minowa, originario del Giappone, non potevamo, su organizzazione dello stesso Shun, che conoscere una persona che la Val Trebbia la porta nel sangue. Questa volta ci troviamo in Località Poggio Superiore, sempre nel paese di Travo per incontrare l’amante delle lunghe macerazioni: Andrea Cervini. Uomo di grande tenacia e gentilezza, ci ha accolti nel suo Agriturismo gestito da lui e le figlie Elisa e Carolina. Con i suoi quattro vigneti incastonati nei magici paesaggi piacentini, sostiene una viticoltura libera dai pesticidi, concimi e diserbanti chimici, sfruttando la fertilità del suo territorio la cui varietà paesaggistica favorisce la biodiversità e la produzione di vini genuini e autentici. Ci sediamo a tavola e senza attesa ci viene servito un orange wine, a base di Malvasia di Candia. Un vino che ci ha spiazzati: dal carattere deciso dei suoi tannini, l’eleganza della beva, ai sentori rustici e gastronomici che ci riportano alla terra, all’origine del tutto. Il Malvasia di Candia e il più regale tra i salumi, il Culatel, (Culatello Piacentino) sono l’espressione massima del termine Imbalordì, sbalordire in piacentino.


Un connubio nato dal Rabattàs, cioè dall’ingegnarsi, dall’ arrangiarsi in qualche maniera, un connubio che ci narra in silenzio il passato di Andrea. Un grande lavoratore. Si perchè fare il vino naturale prevede poca resa, lunghe macerazioni, lunghe fermentazioni, lunghi affinamenti. Pensate che alcune sue bottiglie escono dopo dieci anni. Mantenendo l’impiego nei trasporti e l’agriturismo riesce a portare avanti questa passione. Quindi se volete immettervi nella produzione del vino naturale per monetizzare velocemente, sappiate che non è questa la filosofia. Il vino naturale richiede pazienza, richiede attesa il cui guadagno avverrà solo dopo... forse. Per portare degna compagnia ai tortelli ripieni di ricotta e salvia cucinati dalle sofisticate mani di Carolina, Andrea ha scelto l’espressione naturale dell’immediatezza del Barbera, mitigata però da un vino rosato frizzante. Il piacere cresce esponenzialmente: la sua graffiante acidità sposa celestialmente la grassezza del burro degli anolini offrendoci un ulteriore conferma della sua freschezza a dispetto del tannino “barberino”. Infine, le dolci sorelle Cervini si apprestano a servirci un morbido roast beef sempre della loro cucina servito con Navel, un vino rosso da un profilo verace e bucolico. Da fermentazione spontanea in acciaio e macerazione sulle bucce per tre mesi, 50 % bonarda 50% barbera, l’affinamento in barrique ha bilanciato la sua struttura imponente rendendolo un vero gioiello dal colore rubino impenetrabile. Infine, nel caso non l’avessimo compresa, la Malvasia unita alla sbrisolona di casa Cervini. Il paradiso vi potrebbe assomigliare. Per me vale una cena in compagnia tra tradizione ed immaginazione: un tuffo nella Val Trebbia, tanto arcana quanto amabile. Un luogo di sentimento che ha saputo incantarci con il suo carattere fedele ed incontaminato.

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